Stop agli stipendi d’oro dei top manager. L’appello è stato lanciato dalla Federazione italiana bancari e assicurativi Fiba Cisl che ha indetto una raccolta firme in calce alla proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dal sindacato.
La campagna denominata “Se firmi li fermi, se non firmi, chi li ferma?” è stata aperta oggi a Palermo dal leader nazionale dei bancari Fiba Giulio Romani, assieme al segretario Fiba dei bancari siciliani Anna Cutrera, a Daniela De Luca per la segreteria regionale Cisl e al numero uno nazionale Fiba per il gruppo Unicredit Pierluigi Ledda.
Il testo, depositato nei giorni scorsi in Cassazione e di cui è primo firmatario il segretario generale Cisl Raffaele Bonanni, chiede l’introduzione di un tetto agli stipendi di presidenti, direttori e amministratori delegati delle grandi banche, che – secondo un rapporto Fiba – guadagnano mediamente 46 volte la retribuzione dei loro dipendenti con picchi di oltre 100 volte.
“Le grandi disparità di reddito fra lavoratori e manager sono ormai arrivati a dei limiti intollerabili – afferma il segretario nazionale Fiba Giulio Romani –, tanto quanto lo sono i bonus con cui questi ultimi vengono liquidati, spesso non giustificati dal rendimento delle aziende durante il loro periodo di governo”.
Il profondo divario retributivo è denunciato dal segretario regionale Cisl Daniela De Luca, che precisa: “Il guadagno di un manager in tre giorni di lavoro è pari a quello di un impiegato nell’arco di un anno. Tutto ciò è ancora più intollerabile in Sicilia, dove il 30% delle famiglie vive in condizioni di povertà”.
La proposta di legge Fiba Cisl punta a istituire per il top management un tetto stipendiale pari a quello dei manager pubblici e potrebbe rappresentare il primo passo di una serie di azioni che coinvolgeranno diversi settori professionali contraddistinti dai medesimi dislivelli sotto il profilo dei compensi, come suggerisce il segretario regionale Fiba Anna Cutrera: “La situazione attuale sul fronte della retribuzione fissa e variabile dei top manager è inaccettabile. Questa è un’iniziativa del settore bancario ma va sicuramente trasportata fuori dall’ambito del credito”.