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Riforma elettorale, nasce il tavolo per la doppia preferenza di genere

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“Una legge elettorale senza la doppia preferenza di genere è inconcepibile, è una contraddizione rispetto agli orientamenti ormai prevalenti e un vulnus al diritto alla rappresentanza”. A poche ore dall’inizio della discussione in Aula del testo di modifica della legge elettorale regionale , il Tavolo permanente di genere, costituito da 16 sigle tra sindacati, associazioni artigiane, della cooperazione e dell’imprenditoria femminile.

I rappresentanti di Confartigiano, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confagricoltura, Cna, Agci, Unicoop, Legacoop, Confindustria, Confimpresa, Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cia, riuniti nel Tavolo di genere, chiedono al Presidente della Regione di “colmare questa grave lacuna, trovando il modo di riproporre l’emendamento ‘saltato’ in Commissione affari istituzionali”.

“Mentre la legge elettorale degli enti locali prevede la doppia preferenza di genere- scrivono le 16 sigle- non si capisce la logica secondo cui la stessa classe politica debba negare per la Regione questo importante strumento di democrazia, pensato per dare pari opportunità e dignità nella rappresentanza a tutti. Riteniamo – concludono- che si tratti di un passaggio qualificante dell’azione di governo, che non può essere sottovalutato”.

Intanto il presidente del gruppo Pd, Baldo Gucciardi  e la parlamentare regionale, Antonella Milazzointervengono in merito alle norme di contrasto e prevenzione della violenza di genere con un’interrogazione all’assessore alla Famiglia.

“Non bastano le campagne di sensibilizzazione a risolvere il problema, dei femminicidi  e della violenza contro le donne. Occorrono politiche costanti di contrasto, prevenzione ed assistenza con il sostegno a quelle strutture che accolgono donne che scappano da un legami violenti”. “La legge 3 del 2012  – ricordano – promuove l’attività dei centri antiviolenza, delle case di accoglienza e l’istituzione della rete di relazione tra enti pubblici territoriali, forze dell’ordine e scuole mettendo a disposizione 580 milioni di euro, utili a tracciare un percorso che doti la Sicilia di strutture di prevenzione al pari di altre regioni italiane. Allo stato attuale, purtroppo, nonostante la rilevanza del fenomeno, non è stata avviata nessuna iniziativa per l’utilizzo delle risorse.  La dura realtà della violenza di genere – concludono Gucciardi e Milazzo – deve  richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla priorità della protezione della vita e della libertà delle donne”


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