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Cultura 2019, Palermo bocciata Tortorici: “Schiaffo alla Sicilia”

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Si dice “furioso per l’ennesimo insulto alla Sicilia”. E la questione non è da poco. Perché il progetto più ambizioso della città di Palermo è stato clamorosamente bocciato. Palermo esclusa tra le città candidate a Capitale europea della Cultura 2019.

Bernardo Tortorici di Raffadali, tra coloro che hanno costituito, già due anni fa, il Comitato per Palermo Capitale europea della Cultura 2019 non nasconde tutta la propria amarezza e il disappunto per una decisione “di cui non si capiscono le motivazioni”.

Una sconfitta difficile da mandare giù, tanto per l’amministrazione comunale che per i molti cittadini, le associazioni, le istituzioni culturali, le organizzazioni imprenditoriali, culturali e religiose che avevano entusiasticamente aderito al progetto di portare Palermo in Europa e viceversa.

Nulla di fatto. La giuria europea composta da 13 membri di cui 7 designati dalle istituzioni europee (2 dal Parlamento europeo, 2 dal Consiglio europeo, 2 dalla Commissione europea e 1 dal Comitato delle Regioni) e 6 nominati dal Mibac di concerto con la Commissione Europea ha interrotto la corsa di Palermo verso la ribalta europea. Esclusa anche l’altra candidata siciliana, Siracusa.

Le 6 “fortunate” ammesse alla short list sono Siena, Cagliari, Lecce, Ravenna, Perugia-Assisi e Matera.

Città profondamente diverse da Palermo, per storia, anche amministrativa e vocazione; città che i visitatori definiscono belle e molto curate, dove tutto probabilmente funzionano meglio rispetto al capoluogo siciliano.

Sulla chance di vittoria del titolo da parte di Palermo qualche dubbio c’è sempre stato.  Basta guardarsi attorno e vedere la “munnizza” per strada, la scarsa considerazione riservata all’accoglienza turistica, l’inefficienza del servizio di trasporto pubblico, e chi più ne ha più ne metta. La lista potrebbe allungarsi a dismisura, includendo le migliaia di cittadini senza casa e lavoro, l’inesistenza dei servizi per i disabili, la carenza delle strutture sportive della città e così via.

Dopo lo sfogo, Bernardo Tortorici, ex assessore della giunta Sgarbi a Salemi nonché presidente dell’associazione Amici dei Musei Siciliani e della sezione Sicilia dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, commenta la decisione della giuria “dal punto di vista razionale” – e ci tiene a precisarlo – osservando: “Di Cagliari non capisco la forza storica, artistica e progettuale, così come di Matera, che certamente non è facilmente raggiungibile per il milione e mezzo di visitatori previsti per una Capitale europea”.

Palermo ha perso la sua grande occasione. “E’ lo schiaffo – dice ancora Tortorici – alla Sicilia tutta (esclusa dalla short list anche Siracusa, ndr) e la Sicilia vuol dire Lampedusa con i suoi abitanti ed il suo sindaco, i ragazzi di Addiopizzo, Falcone e Borsellino. E’ uno schiaffo alla voglia di riscatto di una Terra”.

Dopo la bocciatura, la rete ha raccolto i commenti beffardi dei palermitani. Non manca chi dà al sindaco del megalomane. Perché a dire il vero, la maggioranza degli abitanti della città, dove le emergenze sono molteplici, la candidatura non l’ha proprio capita.
Ed il ‘peccato di pensiero’ che fosse come la caramella promessa al bambino costretto a mandare giù una medicina amara lo abbiamo fatto un po’ tutti. Come si programma il futuro senza aver risolto i problemi del presente?

Leoluca Orlando non si è fatto prendere dallo sconforto, precisando che “il percorso di sviluppo della città continua”.
Che vuol dire? Tortorici non ha peli sulla lingua e mostra tutto il suo disincanto: “Vuol dire che ce la suoneremo e canteremo da soli, come da tempo siamo abituati a fare. E’ normale e giusto che il sindaco risponda così, parlando di sviluppo ma rimane forte la delusione che gli sforzi che questa città farà non godranno della luce dei riflettori di una occasione europea“.

I palermitani intanto ‘massacrano’ il sindaco, accusandolo di essersi concentrato troppo su una competizione della quale Palermo non era all’altezza, aggiungendo il sospetto che la candidatura servisse a sviare l’attenzione da problemi gravissimi.

Tortorici conferma con forza la condizione emergenziale della città, ma spiega che “quell’obiettivo poteva servire da traino per fare senza perdere tempo e cambiare senza rimandare come spesso siamo abituati a fare”.

E poi c’è la questione dei Fondi europei che la città aveva chiesto in quanto candidata. Ben 320 milioni che adesso non si sa che fine faranno. Insomma, tra gli scettici e i propositivi, due vere fazioni createsi dopo la candidatura, oggi hanno vinto i primi.


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