E’ il vil denaro, sempre quello, alla base dello scontro politico che ha spaccato, non in due, ma addirittura in tre, la Commissione speciale per la spending review in assemblea Regionale siciliana. Una spaccatura conclusasi con le dimissioni da presidente del piddino Antonello Cracolici che, avvertendo il rischio di essere travolto dalle polemiche che ne sarebbero seguite, ha deciso di lavarsene le mani.
Ma andiamo per ordine nel ricostruire le posizioni maturate durante la riunione odierna della Commissione convocata per giungere alla conclusione dei lavori ed esprimere un voto tale da licenziare una disegno di legge da passare a sala d’Ercole.
Tre, come detto, i fronti creatisi. Da un lato la proposta Cracolici appoggiata da Baldo Gucciardi di recepire i tetti imposti dal decreto Monti (11.100 per un deputato massimo, 13.300 per chi ricopra ulteriori incarichi e ruoli di rilievo) ma rinviare all’ufficio di Presidenza, dunque ad Ardizzone, l’esatta ripartizione di questi soldi fra stipendio, diaria e rimborso spese.
Dall’altro lato le due proposte dei cinque stelle. La più drastica ovvero portare lo stipendio a 2500 euro ai quali aggiungerne 3500 a disposizione per spese da rendicontare quindi per un massimo di 6.000 euro quasi la metà del tetto Monti. E la seconda proposta sempre pentastellata, più morbida che prevedeva 5.000 euro di stipendio, 2500 di diaria a disposizione e i rimanenti 3.600 euro da utilizzare solo per spese rendicontate.
Ma a far saltare il banco sarebbe stata la terza proposta, quella trasversale a vari gruppi guidati dall’ex presidente della Commissione bilancio della scorsa legislatura Riccardo Savona, proposta sulla quale sarebbero confluiti, fra gli altri, Formica, Fontana, Fazio, Turano, Anselmo.
In base a questa idea la Sicilia, in quanto Regione a Statuto speciale, non dovrebbe recepire il decreto Monti ma darsi una propria legge sui tagli. nessun riferimento al decreto legislativo 174 ma un taglio agli stipendi lasciandoli legati a quelli del senato. In pratica le indennità dei parlamentari regionali dovevano corrispondere al 70% di quello dei senatori anche se la percentuale era da discutere meglio.
Su questa proposta è esplosa la bolgia con i 5 stelle che attaccano la “casta che vuole autoproteggersi” ed i deputati proponenti intenzionati a non cedere per non “mortificare lo statuto autonomistico”. Una serie di posizioni diverse sfociate, poi, in un tutti contro tutti.
Assodata l’impossibilità di trovare una posizione condivisa arrivava la scelta di Cracolici di dimettersi. Domani in una apposita conferenza stampa spiegherà le sue motivazioni. “La commissione è nata con lo scopo di recepire con legge disposizioni ben precise sui tagli alla spesa – dice Cracolici – ma nonostante il dialogo e il continuo confronto che ho portato avanti con tutte le forze parlamentari, c’era chi sottotraccia tentava in ogni modo di ostacolare e rallentare i lavori: un atteggiamento inaccettabile, che non sono stato più disposto a tollerare”.
Più duri i grillini. Spiega Giancarlo Cancelleri a BlogSicilia “Non si può accettare la politica alla ‘calati junco ca passa la china’ tesa, cioè ad aspettare che passi la crisi per poter tornare a prelevare a piene mani dalle casse pubbliche con stipendi d’oro. E’ la casta che non molla la proprie posizioni di privilegio e le difende con le unghia e con i denti”.
Opposto il punto di vista di Santi Formica “L’applicazione del Decreto Monti in Sicilia – dice a BlogSicilia – creerebbe enormi difficoltà oggettive. il problema non è legato agli stipendi dei deputati ma alla riduzione dei fondi per i dipendenti, alla riduzione delle spese generali e per i servizi del Parlamento oltre che alle disponibilità minime per i gruppi”.
Formica pensa addirittura che la situazione possa ancora essere recuperata “Quello di Cracolici è stato un colpo di testa in un momento di nervosimso. Ora come ora deve combattere con il suo partito, con il Presidente della Regione, con un rimpasto che oggi c’è e domani no, e le differenze di vedute in Commissione gli hanno fatto saltare i nervi. Stiamo lavorando per farlo tornare al suo posto nei prossimi giorni e poter riavviare la discussione in Commissione”.