Il documento finale della riunione del gruppo parlamentare del Pd sembra una risposta diretta alle accuse del presidente sulla polemica sollevate per le poltrone in giunta. Un documento unitario che prepara la direzione regionale del partito di lunedì prossimo.
Una nota, votata all’unanimità dei presenti, che elenca una lunga serie di impegni a cui il Pd sottopone il governo del presidente Crocetta dichiarando però con forza che occorre per realizzare il programma dei prossimi quattro mesi (dicembre è la dead line posta dal capogruppo Baldo Gucciardi), “un governo autorevole”.
“Ci sono una serie di emergenze da affrontare, prima su tutte quella del ‘lavoro’, rispetto alle quali la sfida è sul merito: riforma delle Province; legge sull’acqua pubblica; proposte chiare su rifiuti e SSR il cui commissariamento è prossimo alla scadenza; una politica chiara e coerente in materia di energia; la soluzione della vicenda dei precari; un’attenzione puntuale ai problemi dei Comuni ed in particolare dei piccoli Comuni; la legge elettorale regionale; la necessità di avviare un reale confronto con tutte le categorie e forze sociali; la riforma del mercato del lavoro; un punto fermo e definitivo sulla Formazione professionale e sugli Sportelli multifunzionali, per voltare definitivamente pagina rispetto al sistema degli Enti e agli sprechi del passato, per collegare la Formazione al mondo produttivo garantendo al tempo stesso tutti i lavoratori; politiche di sviluppo e Patto dei sindaci, ancora all’anno zero; Bilancio e Finanziaria da approvare entro l’anno”.
Un elenco di priorità che se non è “delegittimazione” come sostiene Crocetta certamente è un giudizio critico nei confronti dell’operato del governo regionale. Ma Gucciardi è chiaro: “Non si parli di sfiducia a Crocetta. E’ come se mi domandasse se voglio il male della Sicilia. Ovviamente la risposta è no. E parlo a nome del gruppo non personale. Così come ci tengo a sottolinearlo, il dibattito che si apre in Parlamento sarà scollegato da quello congressuale a cui ci stiamo avvicinando” assicura il capogruppo Pd. Come a voler separare le sorti del segretario Lupo e lo scontro con Crocetta dal sostegno al governo e la tenuta della maggioranza parlamentare.
Allo stesso modo Gucciardi respinge le teorie del rimpasto a tutti i costi: “Serve un governo autorevole per mettere a segno questi impegni ma la legge dà al presidente la responsabilità esclusiva della formazione del suo governo” – dice quasi a voler archiviare la questione aperta del rimpasto a tutti i costi. Certo è che i toni del comunicato non sono concilianti su tutta la linea lì dove si legge: “Riteniamo inaccettabile il tentativo del presidente Crocetta di dribblare il confronto sui temi seri posti dal PD sullo sviluppo della Sicilia, provando a spostare tutto sul terreno della polemica o addirittura strumentalizzando ogni questione parlando di ‘poltrone’ o di equilibri interni ai partiti”.
La sfiducia, dunque, è un tema rinviato. Resta più aperta che mai invece la querelle congressuale. Ed è lì evidentemente che si concentrerà l’acredine crescente fra il presidente che aveva lanciato la candidatura di Nelli Scilabra alla segreteria regionale e l’establishment democratico che vuole blindare il Pd dagli attacchi interni dei crociettiani che potrebbero spostare l’ago della bilancia negli equilibri interni al Pd.
edd