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Riparte la stagione della caccia “Provvedimento salva-bracconieri”

Riparte da oggi in Sicilia la stagione della caccia. Le doppiette tornano a spapare anche in Umbria, Marche, Piemonte, Veneto, Friuli, Lazio, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sardegna, Toscana.
Dall’1 al 14 settembre 2013 sarà possibile cacciare il coniglio selvatico, la tortora e il colombaccio. La stagione venatoria a pieno regime avrà inizio invece dal 15 settembre 2013 per concludersi il 30 gennaio 2014, anch’essa distinta in specifici periodi da destinare alle diverse specie.

L’apertura anticipata della caccia per alcune specie – di ben 2 settimane – ha immediatamente scatenato un coro di polemiche, soprattutto tra le associazioni ambientaliste, Wwf in primis.

Malgrado sia stata annunciata con tono quasi trionfale dall’assessorato regionale alle Risorse agricole e alimentari che ha modificato il calendario venatorio 2013-2014 con alcuni decreti approvati ad inizio agosto, necessari dopo la recente sentenza del Tar. Il nuovo documento, terrebbe conto delle prescrizioni del nuovo piano regionale faunistico venatorio (2013 – 2018) e del parere Ispra, l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale.

Tra le novità, alcuni accorgimenti per regolamentare ulteriormente la caccia nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e nei Siti Natura 2000.

Il decreto prevede anche che i cacciatori residenti in Sicilia esercitino l’attività venatoria per un numero complessivo massimo di tre giornate settimanali a scelta, esclusi i giorni di martedì e venerdì, nei quali l’esercizio dell’attività è vietato, da un ora prima del sorgere del sole fino al tramonto. Destinato a creare polemiche, invece, è l’ampliamento della mobilità venatoria. Con le nuove regole un cacciatore potrà muoversi non più fra due ma fra quattro quattro ambiti territoriali inseguendo le così dette prede migratorie.

Gli animalisti italiani parlano di “strage annunciata”, puntando il dito contro “la stagione venatoria che in Italia non rispetta mai le Leggi e le Direttive Europee”. E aggiungono: “Oltre settecentomila cacciatori regolari e altrettanti di irregolari (bracconieri) rappresentano esattamente il grado di inciviltà del nostro Paese. Purtroppo, hanno dalla loro parte il fatto che sono meglio organizzati di quell’87% degli italiani contrari alla caccia (dati Eurispes 2013) e riescono ad ottenere le regole che vogliono tenendo letteralmente in ostaggio gli uffici caccia regionali e provinciali”.

Walter Caporale, presidente degli Animalisti italiani puntualizza: “I cacciatori hanno a loro vantaggio lo scarso controllo. Nessuno potrà mai controllare che questi signori rispettino le leggi, facciano una corretta compilazione dei tesserini, si attengano a tutte le prescrizioni previste dai Calendari Venatori. Sono troppo pochi coloro addetti al controllo e una volta a caccia fanno ciò che vogliono. Per cui non ci aspettiamo che vadano a caccia solo di cornacchie in preapertura: faranno fuori tutto quello che vedranno passare! Ed uccideranno animali ma anche turisti, campeggiatori, cercatori di funghi o tartufi, amanti della montagna: 50 uomini morti solo nella precedente stagione, insieme ad almeno 100 milioni di animali: una strage silenziosa, vergognosa, indegna di un Paese civile“.

Ennio Bonfanti, coordinatore per la Sicilia delle guardie venatorie volontarie del Wwf, spiega che “nel calendario venatorio la pre-apertura era prevista solo per conigli e tortore, visto che l’Ispra aveva dato parere negativo all’anticipazione della caccia al colombaccio, essendo ancora in periodo di svezzamento dei piccoli nel nido“.

Chiaro l’atto di accusa del Wwf: ““Il decreto dell’assessorato regionale all’agricoltura è una truffa, un atto “salva-bracconieri” scandalosamente emanato a poche ore dall’apertura (anticipata!) della caccia in Sicilia, per evitare che possa essere impugnato al TAR”. Bonfanti fornisce anche i dati: “Con questo decreto, ogni cacciatore potrà abbattere 15 colombacci al giorno. ”Considerato che in Sicilia operano circa 40mila doppiette, se ne ricava che per domenica è stata legalizzata l’uccisione di almeno 600mila colombacci!”

Dello stesso avviso Angela Guardo, vicepresidente regionale del Wwf, secondo cui “il calendario siciliano si pone in aperto contrasto con la normativa statale ed europea che prevede la tutela della fauna selvatica e dei suoi habitat, per questo il Wwf si riserva di sottoporlo all’esame del proprio ufficio legale per un eventuale ricorso all’Autorità giurisdizionale”.

ve.fe


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