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Medicine per malati cronici, è scontro Gli ospedalieri contro Federfarma

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Aggravio dei costi a carico della Regione siciliana, licenziamento per 110 farmacisti ospedalieri che facevano parte a pieno titolo del sistema sanitario regionale e nessun vantaggio reale per i pazienti cronici che devono fruire del servizio.

Sarebbero questi gli effetti dell’accordo raggiunto fra la Regione siciliana ed i farmacisti privati dell’isola per la distribuzione dei così detti farmaci sottoposti a piano terapeutico (Pht) salutato con grande favore, lunedì scorso, dai Presidenti di Federfarma Sicilia e Federfarma Palermo.

A contestare i dati che sono alla base dell’accordo è il Comitato dei Farmacisti Ospedalieri Precari addetti alla distribuzione diretta in Sicilia. Si tratta di 110 farmacisti che prestavano la propria opera, con contratti a termine, nelle farmacie ospedaliere dell’isola con il compito, fra l’altro, proprio di distribuire i farmaci sottoposti a piano terapeutico ai pazienti cronici.

“In primo luogo – scrivono i farmacisti precari ospedalieri -evidenziamo che l’accordo comporterà un aggravio di spesa per le casse della Regione derivante dal compenso spettante a farmacisti e depositi che ammonta a 4,50 per confezione, a fronte di un euro soltanto  previsto con la Distribuzione Diretta, costo nel quale è compreso peraltro anche il compenso degli oltre 110 farmacisti precari assunti per questo servizio”.

“L’aggravio, proseguono, peserà, poi, anche sugli assistiti che dovranno corrispondere il costo del ticket che non era invece previsto con la distribuzione diretta. Si tratterà circa di ulteriori 3,50 a pezzo”.

Non sarebbe chiaro, poi, chi coprirà le spese per i software di gestione, i costi di deposito merce e per il controllo delle ricette ne “con quali modalità la Regione potrà effettuare i controlli sull’appropriatezza prescrittiva, nel caso in cui vi sia iperprescrizione, cioè quantità e dosi maggiori di farmaco rispetto a quanto autorizzato dall’AIFA; o sul corretto uso dei farmaci, essendo stato tra l’altro abolito il passaggio autorizzativo dai reparti di Medicina di Base delle ASP e i controlli da parte dei Servizi Farmaceutici Territoriali”.

“Questo lavoro  stato svolto finora – rivendicano i farmacisti precari – con grande slancio e competenza da personale altamente formato e nonostante impiegato con forme atipiche di contratto estremamente svantaggiose”.

Ma le critiche del comitato dei precari va oltre la cancellazione dei posti di lavoro e gli aggravi di spesa e affronta il tema della sicurezza e della semplicità della procedura per gli assistiti “Almeno il 70% dei pazienti ha potuto, fino ad ora, ritirare il farmaco direttamente nella stessa struttura in cui veniva prescritto e in cui doveva necessariamente recarsi per la prescrizione e i controlli e per effettuare le chemioterapie. Questa agevolazione è stata peraltro potenziata negli anni, in accordo e in continuo contatto farmacista – specialista – medico prescrittore, attraverso l’istituzione di meccanismi di trasmissione elettronica dei piani terapeutici dalle strutture prescrittrici alle farmacie territoriali, dimezzando così code, rimbalzi infruttuosi ed estenuanti e inutili attese”.

 ”Siamo fermamente convinti – dicono – che l’accordo  si sarebbe potuto evitare se si fosse investito maggiormente sulla distribuzione diretta, migliorandone la capillarità, e sul personale farmacista. Riteniamo sia inverosimile che un governo possa licenziare oltre 110 farmacisti ignorando i risparmi ottenuti con la Distribuzione Diretta per favorire una casta di milionari: i farmacisti titolari”.

I farmacisti precari rivolgono, quindi un appello al “Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, affinché si rivedano le decisioni prese dall’Assessore alla Sanità Lucia Borsellino auspicando un incontro-confronto tra le parti che possa definire una procedura realmente a misura di paziente e che non premi solo le caste per antonomasia a scapito della comunità”.


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