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Tratta dei “nuovi schiavi” Triste primato italiano in Europa

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Quasi 2.400 vittime nel 2010, con un calo rispetto alle 2.421 del 2009 ma un notevole aumento sulle 1.624 del 2008 ed un trend in crescita per gli anni successivi. Sono i drammatici numeri del dossier ‘I piccoli schiavi invisibili’, diffuso da Save the Children, alla vigilia della Giornata in ricordo della Schiavitu’ e della sua Abolizione.

All’Italia spetta questo triste primato delle vittime della nuova “tratta degli schiavi” soprattutto minorenni e di sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero, anche per effetto della sua posizione geografica che ne fa un Paese di confine a sud dell’Europa.

Tra i minori le vittime sono per lo più ragazze, sfruttate principalmente nella prostituzione e provenienti dalla Nigeria ma anche dall’est Europa. In questi anni, però cominciano ad affiorare evidenze di sfruttamento nel lavoro di ragazzi di origine egiziana e cinese, mentre fenomeni di tratta e grave sfruttamento riguardano anche minori provenienti dalla Romania e in particolare zingari d’origine Rom, coinvolti in prostituzione, accattonaggio e attività illegali.

A far crescere questo numero, poi ci sono i minori a rischio che giungono, non accompagnati, sui barconi della speranza. Si tratta di ragazzi soprattutto afghani. “Piccoli schiavi invisibili – dice Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa Save the Children - in situazioni di forte emarginazione sociale, talvolta appesantiti dai debiti contratti dalle famiglie, che non vedono alternative e vie di fuga dalla loro condizione e che con la loro sofferenza alimentano un mercato fiorente in mano ai circuiti criminali e alle mafie”.

“La tratta e lo sfruttamento di minori è un fenomeno ancora largamente sommerso e i dati ufficiali descrivono la punta di un iceberg”, spiega Carlotta Bellini, responsabile Area Protezione Minori Save the Children. Molte delle minori vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale – si legge nel dossier – restano ‘invisibili’ a causa della forte mobilita’ sul territorio, o perché spostate negli appartamenti, nei locali notturni o nei centri massaggi o ancora perché dotate di documenti che ne attestano false generalità, come la maggiore età. Provengono da famiglie molto povere o con problemi di violenza o alcol, oppure da orfanotrofi. L’assoggettamento allo sfruttatore avviene attraverso il ricatto economico visto che le somme che devono restituire per il viaggio della speranza possono raggiungere anche a 50mila euro”.


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