Non cambia registro Silvio Berlusconi. Nel videomessaggio che sta diffondendo in questi momenti, il cavaliere sta attaccando parti della magistratura che definisce “irresponsabile”. “E’ così che l’Italia premia i suoi cittadini migliori?” chiede Berlusconi dopo aver ricordato che la sua carriera politico-giudiziaria sostenendo che contro di lui ci sia stato un vero e proprio accanimento: “Nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi” che non avevano fondamento: è un vero e proprio accanimento giudiziario che non ha uguali”. Quindi suona la carica: “Restiamo in campo chiamando in campo i giovani migliori per ricostruire Forza Italia”. Una chiamata alle armi che serve a ribadire la posizione che ha sempre espresso, ovvero la necessità di riformare la giustizia.
Condannato ma non interdetto. Il cavaliere, Silvio Berlusconi è stato condannato – con la pena della reclusione a 4 anni confermata – per frode nella vicenda dei diritti Mediaset.
I giudici della Corte di Cassazione dopo sei ore di Camera di Consiglio si sono espressi rinviando ad altra sezione della Corte d’Appello la rideterminazione della pena accessoria, ovvero l’interdizione dai pubblici uffici che era stata comminato dal giudice di secondo grado. Berlusconi così avendo già scontato attraverso l’utilizzo dell’indulto tre anni della pena, dovrà scontare solo un anno di carcere con la possibilità che venga affidato ai servizi sociali. Una pena di fatto lieve che gli consentirà a breve, presumibilmente secondo i rumors politici, già nel 2015 di tornare attivamente alla vita politica.
Ragionevolmente cioè Silvio Berlusconi darà il via ad una campagna elettorale che porterà di nuovo l’Italia al voto dopo i 18 mesi di governo Letta, considerati da tutti la deadline dell’esecutivo in carica.
Così si legge nel dispositivo della sentenza: “Annulla la sentenza impugnata nei confronti di Silvio Berlusconi limitatamente alla statuizione relativa alla condanna alle pena accessoria per l’interdizione temporanea per anni 5 dai pubblici uffici per violazione dell’art. 12, comma 2, decreto legislativo 10 marzo 2000 n. 74 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione della corte d’appello di Milano perché ridetermini la pena accessoria nei limiti temporali fissati dal citato articolo 12, ai sensi dell’art. 133 codice penale, valutazione non consentita alla Corte di legittimità. Rigetta nel resto il ricorso del Berlusconi nei cui confronti dichiara, ai sensi dell’articolo 624 comma 2 codice procedura penale, irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata”.
La condanna a quattro anni di reclusione per Silvio Berlusconi, confermata questa sera dalla Cassazione, comunque è definitiva ma non è ancora esecutiva. Non lo sarà fino a quando la Corte d’appello di Milano non avrà rideterminato la pena accessoria e rinviato in Cassazione.