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Salta il vertice di maggioranza Gruppi ricevuti singolarmente

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Salta il previsto vertice di maggioranza che era stato convocato per le 16 di oggi dal presidente della Regione Rosario Crocetta. Il fine settimana ha portato ulteriori spaccature anziché soluzioni.

Il governatore  non ha gradito quando avvenuto in casa Udc e in casa Pd e, viste le tensioni, tenta una strada diversa. Nel pomeriggio a Palazzo d’Orleans i gruppi parlamentari che costituiscono la maggioranza, accompagnati dai vertici di partiti saranno ricevuti dal Presidente uno alla volta.

A ciascun gruppo Crocetta chiederà di fare i nomi dei propri candidati e sarà, poi, lui a scegliere gli assessori da nominare nell’ambito della rosa di nomi fornita dai partiti. i numeri sono sempre gli stessi per il governatore. 3 assessori li tiene lui per se (Borsellino e Vancheri intoccabili e il terzo è il suo jolly, l’uomo o forse la donna che andrà all’assessorato regionale rifiuti), uno in quota megafono (Michela Stancheris), 4 in quota Pd con Nelli Scilabra intoccabile e tre da indicare, 2 assessori per l’Udc (che non ci sta e ne rivendica 3), 1 per Articolo 4 (che ne rivendica 2) e 1 per i Drs (Fiumefreddo o Croce).

Ma la strategia del governatore serve ad uscire dall’angolo nel quale i suoi stessi partiti di maggioranza lo hanno stretto. Il Pd, infatti, facendosi mediatore fra i moderati, non indica i suoi assessori se non si risolvono le diatribe sia con articolo 4 che con l’Udc. Ma il governatore non ci sta.

Ai partiti dirà, senza mezzi termini, che chi si rifiuta di indicare i propri candidati si ritroverà in giunta gli assessori che avrà scelto lui nella sua totale indipendenza. Un questo modo farà saltare gli accordi fra i singoli alleati tornando a riprendere in mano il pallino politico della giunta a discapito, proprio dei partiti.

Per far questo Crocetta prepara il terreno lanciando i suoi tradizionali strali a cominciare dall’Udc al quale manda a dire che non accetta imposizioni: ”I dikat con me non funzionano -dice – io ho solo un obiettivo: salvare la Sicilia. Sono disposto a perdere tutto ma non la dignità: se vogliono chiudere, l’accordo lo facciamo in tre ore avendo una cornice chiara sotto un cielo limpido e senza nubi del passato, altrimenti si dia via libera al presidente per fare il suo governo. Il governo nuovo non può avere uomini del passato”.

Con il Pd la questione è aperta ad iniziare dal clima interno al partito di sinistra. Il governatore ha incassato la bocciatura della candidatura di Beppe Lumia alle europee con un semplice “va bene così” che appariva, però, piuttosto minaccioso. Lumia ha aggiunto un “non finisce qui”. stamani a completare la lite a tutto campo dentro il Pd pensa un tweet di Antonello Cracolici che scrive: “Dopo che il pd siciliano ha deciso la lista per l’Europa adesso entrerà in scena il circo barnum dell’antimafia”.

Clima pesante, dunque, da qualsiasi lato lo si guardi.

 


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