L’inchiesta che ha portato ai 5 arresti dell’operazione antidroga “Sambuca 2″ a Palermo partono dal fermo, nel marzo 2012, di Giuseppe Foglietta, che a 11 anni, nel 1981, si trovava nell’auto di Totuccio Contorno quando ”Coriolano” sfuggi’ alle raffiche di Kalashnikov dei ”corleonesi” sul ponte di via Giafar a Palermo.
Il mafioso poi divenne collaboratore di giustizia. Foglietta, ferito nell’agguato, invece di allontanarsi dal mondo criminale vi entrò spedito diventando prima un rapinatore poi un trafficante di droga. Già processato e poi assolto per un giro internazionale di stupefacenti tra Sicilia e Albania Foglietta venne arrestato nel ’92 perché in casa aveva oltre 6 chili di hashish e marijuana. Da quel momento le indagini si allargarono.
Foglietta, secondo l’accusa, divenne un uomo di fiducia di Giovanni Gambino, 44 anni, finito in manette la scorsa notte. L’uomo è ritenuto un grossista di droga che avrebbe rifornito il mercato di Ballarò e lo Zen. Sarebbe stato sorpreso mentre stava consegnando un grosso quantitativo di hashish a due spacciatori Filippo Tranchina, 36 anni, e Federico Giarrusso, di 53, arrestati in precedenti operazioni.
Insieme a lui sono finiti in manette Giuseppe Leto, 44 anni, Salvatore e Pietro Vitale, padre e figlio di 32 e 57 anni. Tutti ruotavano attorno al laboratorio di droga nel mercato storico di Ballarò. In manette è finito anche Domenico Lo Presti, 72 anni, che controllava lo spaccio nella zona di Cruillas.
La squadra mobile, che ha azzerato l’organizzazione criminale, ha sequestrato quantitativi di droga. “La cocaina arrivava dalla Calabria – dice Stefano Sorrentino capo della narcotici della mobile di Palermo – L’hashish dalla Campania”