La Guardia di Finanza di Palermo ha portato a termine un’operazione a tutela del patrimonio archeologico nazionale, conclusa con il sequestro di cinque reperti di pregevole valore storico – culturale.
Il sequestro è stato effettuato nel corso di due perquisizioni effettuate all’interno di due distinte abitazioni di un imprenditore edile ed un professionista, che nei loro salotti avevano in totale cinque anfore di origine punica, greco-italica e romana.
Le perizie tecniche, eseguite dagli archeologi della Sovrintendenza del Mare di Palermo, hanno permesso di appurare come i reperti, di valore economico non facilmente stimabile, risalgano al periodo compreso tra il I ed il II secolo a.C., diretta testimonianza dell’occupazione Cartaginese, delle colonie della Magna Grecia e del dominio dell’Urbe in età repubblicana in Sicilia.
I recipienti, utilizzati in antichità per il trasporto di grano, vino, olio ed altre merci a bordo di navi onerarie lungo le fiorenti rotte commerciali del “Mare Nostrum”, sono stati rinvenuti in ottimo stato di conservazione, in parte intatti ed in parte sapientemente restaurati.
I due palermitani, un imprenditore edile ed un professionista, sono stati denunciati per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato (cosiddetto “furto archeologico”), in virtù del quale rischiano di essere condannati alla reclusione fino a tre anni.