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Crocetta: “Un mutuo per pagare dei debiti che non abbiamo fatto noi”

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A margine di un incontro con una delegazione tunisina, a Villa Malfitano, a Palermo, a proposito del ddl pagamenti che prevede l’accensione di un mutuo per pagare i debiti della pubblica amministrazione siciliana congelando le addizionali Irpef e Irap, il governatore lancia una stoccata alle imprese. “Le imprese si lamentano sempre. Lo hanno fatto con Monti e con Letta, ora lo fanno con Renzi. Da un lato chiedono il rigore e il risanamento dei bilanci, dall’altro pretenderebbero che questo venga fatto a prezzo degli altri”.

“Il mio governo – ha proseguito il governatore – lotta gli sprechi più di quanto fanno le imprese siciliane, è chiaro che non mi riferisco a Montante, a Lo Bello e agli imprenditori che considero eroici. Bisogna rendersi conto che siamo tutti dentro un sistema. Non vorrei che chi vuole le riforme diventi obiettivo di attacchi continui, anche in questo caso non mi riferisco a Confindustria“.

Non siamo cosi folli da bloccare l’addizionale Irpef per 30 anni – ha continuato Crocetta -, ma purtroppo ci hanno chiesto misure eccezionali per pagare i debiti con le imprese, debiti che non ha fatto certo il mio governo. Non abbiamo la bacchetta magica e non facciamo miracoli: dovremo verificare col governo nazionale e col commissario dello Stato la norma proposta a giugno e cioè di fare tutto a carico del risparmio in modo da operare la riduzione dell’addizionale Irpef. Ma questo si può fare dal 2017 in poi”.

“C’è il commissario dello Stato – prosegue il governatore – che chiede che tutti i risparmi vengano destinati al fondo rischi, che anch’io voglio ripristinare, perché non dimentichiamo che i bilanci del 2011 e del 2012 presentavano un buco rispettivamente di due miliardi e di un miliardo, che abbiamo coperto. Quindi come si fa a pensare – ha proseguito il governatore – di ridurre le entrate nel momento in cui l’oggetto dell’impugnativa era quello? Mi sembra improponibile”.

“Invece delle lamentale – prosegue Crocetta – si dovrebbe fare una denuncia forte per capire dove siano finiti questi 850 milioni che erano destinati a pagare le imprese, come si siano potuti spendere oltre i bilanci”. “Oggi – aggiunge – ripariamo a un torto subito dalla Sicilia e dall’imprenditoria. Con senso di responsabilità dobbiamo immaginare un percorso che permette di sbloccare i pagamenti. Non farlo sarebbe criminale”.


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