Giuseppe Ercolano il patriarca della famiglia, morto di vecchiaia a luglio del 2012, aveva messo in piedi, secondo la procura della Repubblica, un patrimonio mafioso. Con la nuova normativa antimafia quei beni per oltre 10 milioni di euro, malgrado lui sia già deceduto, finiscono nelle casse dello Stato.
Sono state le indagini della Dia e del Ros, il raggruppamento speciale dei carabinieri a portare alla confisca di primo grado. In particolare è emerso che i trasporti ortofrutticoli nel mercato di Fondi, controllato dai Casalesi e dai Mallardo di Giuliano, erano garantiti da un accordo tra le organizzazioni criminali siciliane e campane e affidate alla Geotrans, la società degli Ercolano rifondata dopo la confisca della Avimec.
Anche se il vecchio “Pippo” Ercolano, in tempi non sospetti, aveva intestato fittiziamente il suo patrimonio ai figli Vincenzo e Cosima Palma che, oggi, invece risultano assolutamente estranei alla misura di prevenzione decisa dalla Dia
Confiscata anche la Geotrans Logistica Frost controllata al 99 per centro dalla Geotrans e che cura, in uno stabilimento di recentissima costruzione e all’avanguardia tecnologica, prodotti surgelati.
Il provvedimento di confisca si basa, tra le altre fonti di prova emerse nel corso dell’operazione Iblisi, anche sulle dichiarazioni dei neo pentiti Santo La Causa e Gaetano D’Aquino che hanno delineato le attività economiche illecite degli Ercolano.