Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso hanno inaugurato ai Cantieri Navali di Palermo, uno slargo antistante l’ingresso a Giovanni Orcel, il sindacalista ucciso dalla mafia nel 1920.
“C’è in Sicilia – ha detto la Camusso – una lunga storia sanguinosa di persone che hanno perso la vita nella lotta contro la criminalità organizzata. La storia di Orcel dimostra che non voleva cedere alle pressioni mafiose: ricordarlo ci fa bene perché così non dimentichiamo le nostre origini. Serve a tutti noi sapere – ha sottolineato - che la lotta per il lavoro è una lotta per la dignità e la libertà“.
La leader della Cgil ha parlato della vertenza dei Cantieri navali. ”In Sicilia le vertenze sono tante e complesse. La vertenza dei Cantieri navali colpisce perché c’e’ una proposta, un piano industriale presentato da Fincantieri. Quindi saremmo di fronte alla possibile rapida soluzione della vertenza”. ”C’è- ha spiegato – una disponibilità di investimenti e la necessità che a questi si sommino quelli pubblici. Ci vuole un impegno pubblico piu’ complesso”.
Per quanto riguarda l’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, invece, “alla necessità di riconferma del contratto di programma della Regione e degli stanziamenti, si aggiunge il grande tema dell’atteggiamento di Fiat, della sua disponibilità effettiva a permettere che sorgano altre attività”.
“Non si può immaginare di avere una prospettiva per questo Paese se non si investe sul lavoro, se non si determinano le condizioni per cui si qualifica e si sviluppa l’industria che abbiamo e se ne crea di nuova. In Italia non può esistere sviluppo senza un industria forte“. “Anche in Sicilia - aggiunge la Camusso – la parola industria e la sua prospettiva deve diventare un’iniziativa quotidiana“.
Il segretario nazionale della Cgil commenta anche il ruolo della politica in Sicilia. “Le ultime elezioni hanno regalato un sogno alla Sicilia sul piano della lotta all’illegalità, ma senza lavoro alla fine rischia di vincere l’illegalità”. “Bisogna essere inattaccabili dal punto di vista dei comportamenti che non prestano il fianco ad avere non trasparenza ed incertezza. E’ una stagione in cui ricomincia il dibattito su cos’è l’antimafia dal punto di vista della giustizia e dell’intervento. L’altro versante e’ che le persone abbiano una prospettiva; la legalità è un punto di certezza sulle prospettive”.
“Basti pensare anche al dibattito sui beni sequestrati – ha sottolineato -, se le imprese sequestrate chiudono, il messaggio che si dà alla regione, alle persone, al Paese e è debole: si rischia di dire che prima c’era il lavoro e poi non più. Una parte consistente della lotta alla criminalità organizzata è dare risposte e difendano gli insediamenti: se viene sequestrata un’azienda, l’attività deve continuare”.