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Stato-mafia, la difesa di Dell’Utri: “Le accuse di Spatuzza sono tardive”

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 ”Le accuse contro Berlusconi e Dell’Utri da parte di Spatuzza sono avvenute dopo il periodo dei sei mesi successivi alla decisione di collaborare, i 180 giorni previsti dalla legge”.

E’ quanto sostenuto dalla difesa di Marcello Dell’Utri, gli avvocati Pietro Federico e Giuseppe Di Peri, davanti ai giudici della II corte d’assise di Palermo dove è in corso il contro esame del pentito Gaspare Spatuzza.

Il pentito Spatuzza ha raccontato di aver parlato del riferimento fatto dal boss Graviano ai due politici “per la prima volta nel giugno 2009″, mentre le prime dichiarazioni da collaborante iniziano nel marzo 2008. “Come mai – ha chiesto l’avvocato Federico – nei tre verbali precedenti al 2009 non ha mai parlato della vicenda del bar Doney?”.

“Sin dall’inizio della mia collaborazione – ha detto Spatuzza in aula – ho parlato dell’incontro con Giuseppe Graviano al bar Doney di via Veneto per la preparazione dell’attentato allo stadio Olimpico solo che nelle mie prime dichiarazioni non entravano i due soggetti Berlusconi e Dell’Utri”.

Dopo alcune settimane dalla mia decisione di collaborare con la giustizia, nel 2008, cadde il governo Prodi e subentro’ in me un grosso timore. Mi trovai Berlusconi presidente del Consiglio e Alfano come ministro della Giustizia e le mie preoccupazioni aumentarono ulteriormente“. Cosi’ il pentito Gaspare Spatuzza, che sta deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia.

“Se il governo fosse caduto prima – ha aggiunto – non mi sarei neppure pentito”. “Non voglio insinuare nulla su Alfano – ha spiegato alludendo proprio alle preoccupazioni di cominciare la collaborazione nel mutato clima politico e con la consapevolezza che avrebbe dovuto riferire le circostanze apprese su Berlusconi e Dell’Utri – Non voglio dire cose che non so, ma certo ero preoccupato”.

Ieri il collaboratore ha spiegato di avere deciso di parlare delle confidenze di Graviano solo dopo avere appreso, mentre era davanti ai pm di Firenze, che le Procure di Palermo e Caltanissetta avevano dato parere favorevole alla sua ammissione al programma di protezione. Il legale ha anche sottolineato che gia’ nel 1998 Spatuzza aveva avuto colloqui investigativi con l’allora procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna ma che anche allora nulla aveva detto del colloquio con Graviano.

“Allora – ha risposto Spatuzza – la mia non era una collaborazione. Avevo solo mostrato disponibilita’ perche’ dentro di me mi ero ravveduto. Ma solo nel 2008, dopo un lungo percorso personale, ho deciso di pentirmi”.

Intanto è terminato il controesame, da parte dei legali e dei pm, del pentito Gaspare Spatuzza, che ha deposto per due giorni al processo sulla trattativa Stato-mafia. Il dibattimento, che questa settimana e’ stato celebrato nell’aula bunker di Rebibbia per gli interrogatori, oltre che di Spatuzza, del collaboratore di giustizia Fabio Tranchina e dell’ex esponente di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, è stato rinviato al 27 marzo. In quella data verrà sentito in videoconferenza il pentito Rosario Naimo. Spatuzza si è accomiatato augurando alla corte d’assise di Palermo di poter arrivare alla verità nel processo. Le udienze riprenderanno a essere tenute nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.

La prossima udienza è prevista per il 27 marzo e si svolgera’ regolarmente nel carcere dell’Ucciardone di Palermo. In quell’occasione il pubblico ministero Francesco Del Bene ha chiesto di sentire in videoconferenza il pentito Rosario Naimo.


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