Una mini-vacanza guidata, dal 24 al 27 aprile, sui luoghi più suggestivi legati all’immagine di Cosa nostra. E’ questo il “Sicily Mafia Tour“, una iniziativa promossa dall’agenzia turistica inglese 4.tour che sta facendo montare una infuocata polemica sul web e sui social network.
Quattro giorni con tappe a Palermo, Monreale, Portella della Ginestra, Cefalù e persino Corleone: sui luoghi in cui è ambientata parte della ormai celebre saga cinematografica diretta da Francis Ford Coppola “Il Padrino”.
Il tam tam – scrive Repubblica – è nato in particolare su Facebook dove in tanti hanno mostrato la propria indignazione riguardo all’evento. “La Sicilia non è soltanto terra di mafia. Ci sono tanti bei luoghi da visitare che vanno ricordati per altro”, commenta uno degli utenti. Altri però difendono questa idea sostenendo che i “mafia tour” sono sempre esistiti e sono utili per attrarre i turisti.
Il clamore suscitato sul web dal “Sicily mafia tour” ricorda la reazione pubblica provocata dal proliferare di ristoranti in Spagna della catena che esibisce il marchio “La Mafia” per attrarre clienti. La presidente della commissione nazionale Antimafia, Rosy Bindi, aveva persino inviato una lettera all’allora ministro degli Esteri Emma Bonino, con la quale la invitava a concordare un’azione condivisa di indagine sulla catena.
Ancora prima era scoppiato il caso del fast food austriaco “Don Panino”, che offendeva la memoria della vittime di Cosa nostra: i menu contenevano frasi derisorie rivolte, tra gli altri, al militante di democrazia proletaria Peppino Impastato e al magistrato Giovanni Falcone. Casi che furono condannati dalle massime istituzioni politiche regionali e nazionali e che approdarono persino al Parlamento europeo.