C’è grande attesa a Messina, e non solo, per l’inchiesta del settimanale L’Espresso sul patrimonio e gli interessi economici di Francantonio Genovese, deputato del Pd ed ex sindaco di Messina. Indagato per associazione per delinquere, truffa e peculato nell’inchiesta sui corsi di formazione professionale. Il periodico sarà nelle edicole siciliane da domani.
Dal 2008 al 2012, i redditi di Genovese sono passati da 153mila a 489mila euro. In più, negli ultimi cinque anni, Genovese ha ottenuto dallo Stato anche un credito complessivo di imposte pari a un milione e 185mila euro.
Il decreto che rende noti i patrimoni dei politici e dei loro familiari semplicemente cliccando sul sito della Camera non è stato preso in considerazione dal parlamentare, che è uno dei pochi deputati del Pd che sul proprio profilo web di Montecitorio non ha inserito la documentazione patrimoniale ricostruita dall’Espresso. Genovese, scrive il settimanale, possiede decine di unità immobiliari e migliaia di azioni.
Per la campagna elettorale che lo ha portato a Montecitorio, invece, ha dichiarato solo 81 euro e 80 centesimi. Dai redditi dichiarati dall’ex sindaco di Messina si ricava inoltre che Genovese è azionista in diverse società.
In particolare della Calaservice, che si occupa di “consulenza e pianificazione, forniture di software e compravendita immobiliare”: il bilancio contiene un finanziamento che oggi arriva a circa 8 milioni di euro, effettuato dai due soci, Genovese, che detiene il 99% del capitale e suo cognato Franco Rinaldi, deputato regionale del Pd, anche lui indagato per l’inchiesta sulla formazione professionale, con il rimanente 1%.
L’Espresso mette in evidenza anche gli interessi societari del parlamentare nella “Mandarian Wimax Sicilia spa”, un’azienda di Catania che opera nel settore delle telecomunicazioni e che si è aggiudicata negli ultimi due anni appalti da decine di comuni siciliani, ha fatto affari con imprese legate a Finmeccanica e si è aggiudicata lavori per decine di milioni di euro dalla Regione siciliana.