A Palermo quasi 4000 studenti della scuola secondaria di secondo grado su circa 28 mila evadono, abbandonano o si ritirano dalla scuola.
L’allarme è della FLC Cgil ed arriva proprio nel giorno in cui il Prermier Matteo Renzi visita le scuole a Siracusa.“La dispersione resta un fenomeno che al Sud è devastante: a Palermo supera il 14 per cento, con picchi, raggiunti un paio di anni fa in alcuni istituti tecnici e professionali del 32 per cento e del 41 per cento” Lo dice Calogero Guzzetta, segretario della Flc Cgil nella relazione d’apertura del congresso della Flc Cgil in corso di svolgimento a Palermo.
“In alcune circoscrizioni, come lo Zen, la dispersione è risultata pari al 20,35 per cento. Impressionanti – aggiunge Guzzetta – sono poi i dati di alcune istituzioni scolastiche collocate in zone ad alto rischio dispersione, come la scuola media “Pertini”, dove nell’anno scolastico 2009-2010 si è registrato un tasso di dispersione pari al 45,2 per cento, l’Istituto comprensivo “Federico II”, nel quale si è raggiunta una percentuale di abbandoni del 41,6 per cento e l’Istituto comprensivo “Sciascia”, che ha conquistato un triste primato, con il 55 per cento di alunni che hanno smesso di frequentare la scuola”.
Un dato, quello della dispersione scolastica, in crescita. Nel 2007 , prima dell’entrata in vigore della controriforma Gelmini, la scuola secondaria di primo grado a Palermo registrava un tasso si abbandoni pari al 9,1 per cento. “Oltre 3,5 punti percentuali in meno rispetto al periodo coincidente con l’entrata in vigore della legge 133/2008”, puntualizza Guzzetta.
I tagli agli investimenti, i continui attacchi agli insegnanti e le conseguenze delle riforme hanno accentuato il divario tra Nord e Sud. Una forbice larga i cui effetti si sono avvertiti nella scuola primaria. “La differenza di ben 13 ore di lezione a settimana tra un bambino del Nord, dove oltre il 90 per cento delle scuole ha mantenuto, nonostante la controriforma Gelmini il tempo pieno, e un bambino siciliano, dove il tempo pieno quasi non esiste (3 scuole ogni 100), comporta, nell’arco dei 5 anni di durata della scuola primaria una perdita di 2145 ore di lezione, ovvero oltre due anni in meno sui cinque complessivi – accusa Guzzetta – Ma perché, se io pago le stesse tasse di un cittadino lombardo, lo Stato non deve sentirsi in dovere di garantire a mio figlio le stesse opportunità formative dei suoi coetanei del Nord Italia, così come previsto dalla Costituzione? Perché qualcuno fa finta di stupirsi, poi, se nelle prove Invalsi gli studenti del meridione ottengono mediamente dei punteggi più bassi?”.
Al centro dell’analisi anche il blocco dei contratti al 2009, con la perdita di cinque anni di rivalutazione dei salari, e l’attacco continuo ai precari. “Dopo i licenziamenti del ministro Gelmini, solo nella provincia di Palermo gli addetti della scuola sono passati dalle 29.900 unità del 2006 alle 23.600 del 2012, con una perdita di oltre 6.000 posti di lavoro – dice Guzzetta – L’unica nota positiva l’assunzione di circa 380 infermieri professionali dopo 15 di precariato al Policlinico. Adesso il sindacato sta lavorando per la imminente stabilizzazione dei 140 amministrativi, custodi e sanitari, precari da più di 10 anni provenienti dai bacini Lsu ed Asu”.