“La commissione nazionale Antimafia vuole legittimare l’iter della gestione dei beni e dell’iter di sequestro e confisca. Tutto può essere migliorato ma l’Italia è un paese all’avanguardia in questo campo. Per questo trovo controproducenti le critiche degli attacchi al sistema da parte di personalità che ricoprono funzioni pubbliche”. Con queste parole la presidente della Commissione nazionale antimafia, Rosy Bindi, ha messo un punto alle polemiche degli ultimi mesi nate dalle parole del prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia per i beni confiscati, che aveva puntato il dito sulla cattiva gestione degli amministratori giudiziari delle aziende confiscate ai boss.
Rosy Bindi stamattina, nel secondo e ultimo giorno della sua visita istituzionale a Palermo, è stata ricevuta presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone a Palazzo dei Normanni.
All’incontro hanno partecipato anche il presidente della Commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, il vicepresidente, Fabrizio Ferrandelli e il segretario generale dell’Ars, Sebastiano Di Bella. Nel corso dell’incontro, il presidente Ardizzone ha illustrato alla presidente Bindi le iniziative messe in atto dal parlamento siciliano in tema di impegno antimafia.
Nel corso dell’incontro, il presidente Ardizzone ha illustrato alla presidente Bindi le iniziative messe in atto dal parlamento siciliano in tema di impegno antimafia. In particolare, è stato segnalato il disegno di legge, già in discussione in Aula, per rendere pienamente utilizzabile il patrimonio immobiliare confiscato alla criminalità organizzata e assegnato alle forze dell’ordine.
Il ddl nasce su input dell’ex questore di Palermo, Nicola Zito, che aveva segnalato l’impossibilità di utilizzare diversi beni assegnati alla polizia di Stato, a seguito della mancanza di risorse per la loro manutenzione. Il provvedimento all’esame dell’Ars prevede la creazione di un fondo di rotazione, per finanziare la riqualificazione degli immobili destinati ad alloggi residenziali per le forze dell’ordine, che sarà alimentato dai canoni di affitto degli immobili stessi.
“Ci stiamo attrezzando per creare una mini agenzia regionale per i beni confiscati che a sostenga il lavoro dell’Agenzia nazionale per accedere ai fondi del Pon sicurezza e per la gestione dei beni stessi. Un elemento di collaborazione che possa abbattere le distanze fra gli attori sul territorio e l’Agenzia nazionale. Nei prossimi giorni il disegno di legge istitutivo dell’ufficio regionale per i beni confiscati alla mafia andrà in Aula”, ha annunciato Nello Musumeci. ”Abbiamo chiesto al prefetto Caruso di collaborare con la commissione antimafia regionale per quei temi e per quelle esigenze che si dovessero presentare nei prossimi anni. Con la sua esperienza di direttore dell’Agenzia nazionale di beni confiscati sarà utile e lui ha dato ampia disponibilità, a titolo ovviamente gratuito, e ciò vale per tutti gli altri consulenti”.
“Due giornate di lavoro intense – ha raccontato la Bindi durante la conferenza stampa con il presidente Musumeci. – Un primo incontro al quale seguiranno altri tra le due commissioni antimafia. Abbiamo avuto la possibilità di approfondire come sta cambiando Cosa nostra e l’importanza di seguire il flussi di denaro. Non c’è alcun fallimento della gestione dei beni confiscati ma dei limiti che il legislatore deve affrontare per restituire il maltolto ai boss alla comunità”.
“Ieri – ha proseguito la Bindi – abbiamo avuto riscontri dal prefetto Caruso sul comportamento di alcuni amministratori giudiziari. Ieri ha presentato un voluminoso dossier che valuteremo nei prossimi giorni. Serve un albo per certificare le competenze e stabilire in modo chiaro i compensi”.
“Il fondo unico di giustizia è di 3 miliardi e 100 milioni – ha spiegato la presidente Bindi – ma solo un miliardo può essere utilizzato perché proviene sia da confische che da sequestri. Serve fondo di rotazione per impiegare le risorse per la gestione delle aziende. Occorre prioritariamente tutelare i lavoratori di queste aziende. Bisogna mantenerle sul mercato per garantire le buste paga. In questo modo si crea il consenso sociale. Perché una gestione corretta garantisce i lavoratori”.
E sulle dimissioni del sottosegretario Antonio Gentile, auspicate, tra gli altri anche dalla stessa Bindi, il presidente della commissione parlamentare Antimafia ha commentato: “Penso che sia stato un atto di responsabilità dovuto”.
“Ho già detto – ha detto la presidente Bindi rispondendo ai giornalisti sull’opportunità delle dimissioni anche del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e di altri componenti del governo indagati – che su tutta questa materia facciamo appello al senso di responsabilità delle persone, delle forze politiche e del governo”.