“Una volta a settimana vado in via Tagliata a Castelvetrano dove la sede dell’Asp e devo passare il badge. Entro aspetto che passi un minuto e poi ripasso il badge. Va avanti così da mesi. A giugno e luglio sono dovuto andare a Trapani, penso che mi spetti anche un rimborso benzina”.
Manuel Bongiorno veterinario di Castelvetrano, vicepresidente dell’ordine di Trapani, da giugno si trova a vivere una vicenda paradossale. Ha una convenzione con l’Asp di Trapani di un minuto a settimana. Nel 2009 aveva guadagnato poche centinaia di euro. Somma che in base al decreto assessoriale del 24 settembre 2012 è stato trasformato in debito orario. Un calcolo matematico applicato alla lettera che ha partorito un contratto da un minuto a settimana.
“Ho chiesto di mettere insieme tutti questi minuti e fare sì io possa lavorare – aggiunge Bongiorno – Io voglio dare il mio contributo all’azienda e non voglio essere mortificato”.
Non è solo in questa battaglia altri veterinari hanno un monte orari che non permette di potere svolgere l’attività professionale: Cinzia Dunand, Piergiorgio Molinari, Salvatore Briganò e Daniele Marino. Tra loro c’è chi ha un contratto di pochi minuti a settimana fino ad un’ora.
“Noi abbiamo chiesto di potere lavorare – conclude Bongiorno – Non vogliamo fare altro. Per questo abbiamo chiesto un plus orario che ci consenta di dare il nostro contributo visto che a Trapani nel settore veterinario il lavoro non manca con le tante emergenze che ci sono sono come la blue tongue”.
“E’ successo – spiega Paolo Ingrassia presidente nazionale del sindacato veterinari italiani – che in base ad un decreto assessoriale di stabilizzazione è stata convertita la prestazione erogata in precedenza in debito orario. La somma guadagnata nell’anno preso a riferimento equivale ad un minuto di debito orario. Il mio collega arriva in ufficio saluta per l’ingresso, saluta per l’uscita e va via senza scambiare neppure una parola. Se deve lavorare è tutto straordinario”.