Avrebbe coperto la latitanza del boss Bernardo Provenzano. Con questa accusa la guardia di finanza ha confiscato beni per circa 15 milioni di euro a Bernardo Riina, 75enne di Corleone, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale. Sigilli sono stati apposti a 44 terreni e 4 fabbricati tra Corleone e Monreale.
L’anziano, secondo gli investigatori, avrebbe favorito Provenzano sia attraverso un sostegno logistico alla latitanza sia, soprattutto, con la circolazione dei “pizzini” tra quest’ultimo e i vari boss mafiosi.
La confisca del patrimonio immobiliare è seguita alla scoperta, attraverso investigazioni economico-finanziarie, di una ingente sproporzione tra redditi dichiarati dal nucleo familiare e somme di denaro investite in acquisto di terreni agricoli.
L’uomo era stato arrestato per associazione mafiosa nel 2006 e condannato a otto anni di reclusione, come da sentenza della Corte d’Appello di Palermo del 2008 poi divenuta definitiva nel novembre 2009.
I rapporti tra l’uomo e il capomafia ora in carcere erano decennali: aveva testimoniato a suo favore nel processo a carico di esponenti mafiosi a fine anni ’60 a Catanzaro.