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Sicilia roccaforte del no alle ruspe Spiagge inghiottite dal cemento

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L’abusivismo edilizio rappresenta un’autentica piaga nazionale e la Sicilia guida la classifica italiana per quanto riguarda le aree demaniali costiere, con 476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri. Il dato emerge dal dossier di Legambiente. Secondo il rapporto, su 1.354 comuni interpellati in tutto il Paese, nell’ambito della ricerca “Ecosistema Rischio 2013”, solo 55 hanno dichiarato di aver avviato nell’ultimo biennio procedure di delocalizzazione degli insediamenti sorti nelle aree a rischio dissesto.

In particolare nell’Isola, ci sono sempre state enormi difficoltà ad applicare la legge che prevede l’acquisizione e la successiva demolizione degli immobili. Per fare qualche esempio sono ancora in piedi le circa 5mila case costruite sulla spiagge di Castelvetrano-Selinunte e di Campobello di Mazara, che rappresentano solo una piccola parte delle circa 50mila stimate su tutte le coste siciliane, le 560 case nella zona di massima tutela della Valle dei Templi, le oltre 400 della Riserva della Foce del Simeto a Catania, i circa 360 immobili di Pizzo Sella, la famigerata “collina del disonore” a Palermo , di cui 300 sono scheletri.

L’Italia frana, il Parlamento condona secondo il rapporto dell’associazione ambientalista. Lo stivale si sgretola sotto le frane e le ondate di piena dei fiumi, ma nonostante tutto nell’ultimo decennio sono state edificate aree esposte a pericolo frane e alluvioni in ben 186 Comuni. Il tema è stato al centro a Roma dell’incontro organizzato da Legambiente Abusivismo edilizio.

Nel dossier di Legambiente, oltre la Sicilia, anche la Campania rappresenta una delle roccaforti del no alle ruspe. Con i suoi 175mila immobili abusivi, è infatti la regione che vanta il primato nazionale per numero di reati legati al ciclo del cemento illegale nel 2012, con 875 infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine nel 2012, il 13,9% del totale nazionale. Napoli è la prima provincia d’Italia, con 305 infrazioni accertate (il 4,8% del totale nazionale), seguita da Salerno, con 267 (il 4,2%). Una delle zone più colpite è il litorale Domitio-Flegreo. Il fenomeno, riporta Legambiente, è così vasto che non ha risparmiato nemmeno l’area archeologica di Pompei, dove nel gennaio del 2013 i carabinieri hanno scoperto 3 villette tirate su senza autorizzazione proprio a ridosso degli scavi. E poi c’è Ischia che, con oltre 600 immobili colpiti da ordine di demolizione determinato da sentenza definitiva, è il simbolo indiscusso del cemento selvaggio.


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