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I vescovi siciliani bocciano Crocetta “Governo incapace di programmare”

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Senza nominare una sola volta il presidente Rosario Crocetta, i 18 vescovi dell’Isola bocciano nettamente l’operato del governo regionale nel documento finale della sessione invernale della Conferenza episcopale siciliana.

La mancanza di un virtuoso e tempestivo utilizzo delle risorse dell’Unione Europea, ancora a disposizione della Sicilia, sembra essere una deprecabile costante delle politiche pubbliche regionali, circostanza ancor più grave se si considera che con un bilancio interamente ingessato dalla spesa corrente, proprio i fondi comunitari restano (o meglio resterebbero) l’unica risorsa finanziaria significativa per promuovere la crescita dei nostri territori”. E’ quanto si legge nel documento firmato dagli alti prelati siciliani riuniti a Palermo. I lavori sono stati presieduti dal cardinale Paolo Romeo.

A monte di questa incapacità – scrivono i vescovi – risiede certamente un deficit di programmazione e di prospettiva progettuale, frutto di una logica miope fatta di localismi e frammentazione, priva di ampio respiro e perciò incapace di innescare mutamenti strutturali e di generare autentico e duraturo sviluppo. Tutto ciò non basta, pero’, a giustificare il gravissimo ritardo accumulatosi nell’uso delle risorse, col rischio di perderle a vantaggio di altri territori europei. Occorre ribadire con chiarezza – prosegue il documento della Cesi – la necessità del buon funzionamento della macchina amministrativa regionale, le cui distorsioni, corruttele ed inefficienze vanno certamente corrette con decisione, ma in una prospettiva generale di valorizzazione e riconoscimento delle competenze personali”

In particolare – continuano i vescovi – una dirigenza pubblica continuamente delegittimata e resa precaria in funzione della fedeltà politica, più che spronata e responsabilizzata in ragione di un’effettiva professionalità, non costituisce di certo la chiave di volta verso l’efficienza e la stabilità organizzativa, condizioni necessarie a fare presto e bene per non disperdere risorse preziose. Ulteriore preoccupazione suscita il tema del prossimo ciclo di programmazione comunitaria 2014/2020 col quale supportare le dinamiche di sviluppo dei prossimi, e probabilmente decisivi, sette anni. Nulla o quasi è dato conoscere in ordine all’orizzonte strategico che l’Amministrazione intende perseguire in questa delicatissima fase decisionale: né idee, né dibattiti, né confronti in grado di stimolare una partecipazione e un coinvolgimento diffusi della compagine economica e sociale, ma solo passaggi e documenti definiti nelle sedi burocratiche di confronto. La costante – scrivono i vescovi – appare, pertanto, quella di una continua rincorsa alla gestione emergenziale del contingente, rispetto alla quale proprio l’ormai cronica carenza finanziaria della Regione dovrebbe suggerire ben altro slancio progettuale e capacità di analisi. In altri termini bisogna cambiare passo se si vuole operare una inversione di tendenza che scongiuri il tracollo dell’Isola”.

I vescovi siciliani ribadiscono inoltre il loro impegno nella lotta alla mafia. “La Chiesa siciliana ribadisce il proprio impegno contro la mafia, che condanna con fermezza. E’ quanto si legge nel documento finale della Sessione invernale della Conferenza Episcopale Siciliana, che ha visto riuniti a Palermo i vescovi delle 18 diocesi dell’Isola”.

“Non possiamo non riaffermare con forza – scrivono i vescovi – l’assoluta e radicale incompatibilità del Vangelo con la mafia e la sub-cultura che ne deriva, come già fecero i Vescovi nel Documento conclusivo delle Chiese di Sicilia ‘Nuova Evangelizzazione e Pastorale’ del 1993: ‘Tale incompatibilità con il Vangelo è intrinseca alla mafia per se stessa, per le sue motivazioni e per le sue finalità, oltre che per i mezzi e per i metodi adoperati. La mafia appartiene, senza possibilità di eccezione, al regno del peccato e fa dei suoi operatori altrettanti operai del Maligno. Per questa ragione, tutti coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente, fanno parte della mafia o ad essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa, debbono sapere di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesu’ Cristo e, per conseguenza, alla sua Chiesa”.

“Nello stesso tempo – aggiungono i vescovi -, come insegna il martirio del Beato Giuseppe Puglisi, non possiamo ignorare un tema di scottante attualità come l’eclatante riproporsi di gravissime e inquietanti intimidazioni mafiose che sembrano riproporre il ritorno a cupe stagioni del passato. La fermissima condanna di questo incedere minaccioso, unita alla più ampia solidarietà verso tutti coloro che ne sono purtroppo destinatari per la sola circostanza di compiere il proprio dovere come servitori dello Stato, è solo il primo passo in un cammino che tutti insieme siamo chiamati a compiere. Occorre consolidare, infatti, la comune coscienza di popolo forgiato all’insegna di quella tradizione ideale e d’impegno civile, tanto di matrice cattolica che laica, che parte cosi’ rilevante ha avuto nella storia della Sicilia. Un tratto molto importante di questa strada e’ stato percorso, in questi anni, anche grazie alla testimonianza di quanti hanno immolato la propria vita. Il loro sangue ha certamente generato nuova consapevolezza e nuova voglia di riscatto che non può indurci, tuttavia, ad abbassare la guardia”.


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