Il terremoto Udc in Sicilia, a quanto pare, non ci sarà (lunedì è in programma un vertice di maggioranza), ma è chiaro che l’annuncio di Casini che riporta lo Scudocrociato nell’alveo del centrodestra avrà delle conseguenze anche in Sicilia dove l’Udc governa con Crocetta. La questione è stata analizzata da Nello Musumeci, presidente della commissione regionale Antimafia e leader siciliano de La Destra, che lancia una proposta di dialogo al governatore Crocetta sulla ‘questione province’ e immagina un patto per le riforme fra le forze politiche siciliane che possa avviare un percorso di cambiamento. Intanto prende tempo sul processo di riorganizzazione del centrodestra.
Presidente Musumeci, la maggioranza è di nuovo in crisi, stavolta per l’annuncio di Casini di tornare con il centrodestra. Cosa accadrà?
”Da sempre auspico che il centrodestra torni unito. Abbiamo mandato la sinistra al governo della Sicilia per le nostre divisioni. La crisi di questa maggioranza è inevitabile, ma non immediata. E nessuno pensi di ballare sul cadavere della Sicilia. Dobbiamo reagire”.
Lei dice che occorre reagire, ma a Palazzo sembrano tutti bloccati da veti reciproci…
”I siciliani guardano alla politica con fastidio, delusione e rabbia. Il nostro compito è lavorare a ricompattare le forze che in Sicilia sono maggioritarie. Il che non vuol dire auspicare che l’Udc esca dal governo e stigmatizzare quanti nell’opposizione dialogano con Crocetta nel retrobottega (e sarebbe il caso di finirla!). Vuol dire, invece, provare a costruire nell’aula del Parlamento, oggi sotto accusa, una stagione di riforme, che coinvolga le tre parti in campo: sinistra, centrodestra e cinque stelle”.
Facile a dirsi, ma come si può tradurre concretamente il suo appello?
”Un esempio può essere utile. L’Assemblea Regionale non è rimasta sorpresa dell’impugnativa del Commissario sulla finanziaria e aveva invitato Crocetta a evitare forzature, perché quando si gioca con i numeri si invade il destino di decine di migliaia di persone. Nel nuovo schema che immagino, il Parlamento non avrebbe consentito al governo di fare questa figuraccia”.
Se ho capito, lei propone alle forze politiche di correggere gli ‘errori’ del governo….
”Le sembra possibile che le forze maggioritarie tra i siciliani consentano al governo di fare un favore ai petrolieri? O di mortificare i comparti produttivi siciliani? Chi dá voce alle imprese che chiudono, ai lavoratori che vengono licenziati, alle famiglie che non ce la fanno più? Tocca al Parlamento!”.
La sua proposta non considera che il governo ha una sua maggioranza alla quale chiede il voto sulle proprie proposte…
”Crocetta non ha avuto la maggioranza dal voto popolare. La sua vittoria di misura è nata in una fase politica nella quale l’Udc aveva immaginato di allearsi alle nazionali con il Pd. Oggi Crocetta è forse maggioritario solo nell’Aula e stenderei un velo pietoso sul come c’è diventato”.
Da dove iniziare per un patto di riforme tra tutte le forze politiche?
”Va riformata la nostra Autonomia, per attuarla, e servono regolamenti che evitino o scoraggino lo squallore dei cambi di casacca. Dico sì alla riforma della legge elettorale regionale con abolizione del listino dei nominati e con un premio di governabilità. Ma per tutte le elezioni dobbiamo prevedere norme di trasparenza. A volte sembra che in Sicilia ci vogliano i caschi blu nei seggi elettorali di alcuni quartieri”.
Lei dice: partiamo dalla riforma del sistema istituzionale per cambiare la politica siciliana
”Quando per ottenere il voto su una finanziaria lunare o su una riforma degli Enti intermedi inconcludente il presidente è costretto a mettere sul campo della trattativa il rimpasto o la nomina dei direttori della sanità, evidentemente c’è più di qualcosa che non va. E ‘rivoluzione’ non è la parola giusta per definire questa pratica. Potrei scegliere la polemica a tutti i costi, ma dico a Crocetta: la soluzione non è nella prassi clientelare con la maggioranza, ma nel dialogo sulle riforme con tutto il Parlamento”.
Ma il Pd è in pieno congresso, presto ci saranno le europee, poi le amministrative…
”Lei pensa che i siciliani possano attendere che i vecchi giochetti della politica facciano il loro corso? Saremmo presi a calci nel sedere. E la gente avrebbe ragione!”.
Perché non misurare la sua proposta sulla riforma delle province? Crocetta ha chiesto il sostegno di tutti. Cosa risponde?
”Al presidente dico: c’è la nostra disponibilità. Convochi i capigruppo e si trovi una intesa. Per la sinistra il punto fermo mi pare sia la trasformazione delle Province in Consorzi. Per noi la elezione popolare di organi democratici, anche molto snelli e con forti riduzioni dei costi. Il ddl del mio gruppo produce un risparmio annuo di decine di milioni di euro. Confrontiamoci e troviamo un punto comune”.
Un’ultima domanda, tornando all’inizio della nostra conversazione. Il centrodestra che si riorganizza avrà Musumeci in prima linea con Forza Italia?
”Il centrodestra che si riorganizza, come dice lei, avrà in Musumeci un suo militante. La gente ci chiede umiltà e coerenza. Per le ambizioni non c’è più posto. Mai come adesso occorre ascoltare il popolo. Quanto al partito nel quale confluire – anche alla luce della nuova legge elettorale – vorrei che fosse una scelta condivisa da tutta La Destra. Decideremo nelle prossime settimane’’.