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Viaggio nella festa di SantAgata: le tappe del giro interno

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Era il 5 febbraio del 251 quando una giovane catanese chiamata Agata lasciava questa Terra per assurgere alla gloria dei Cieli. Innamorata di Cristo, diede luminosa testimonianza della sua fedeltà sopportando le afflizioni del martirio, fino a consegnare la propria vita dopo aver pronunciato, come vuole la tradizione, allargando le braccia in preghiera, queste parole: “Signore, tu mi hai creata e custodita fin dalla mia infanzia e nella giovinezza mi hai fatto agire virilmente. Hai tolto da me l’amore del mondo, hai preservato il mio corpo dalla contaminazione, mi hai fatto vincere i tormenti del carnefice, il ferro, il fuoco e le catene, mi hai donato tra i tormenti la virtù della pazienza. Ti prego, Signore, accogli ora il mio spirito, perché è già tempo che io lasci questo mondo e giunga alla tua misericordia”.

A diciotto secoli di distanza da questa vicenda, il 5 febbraio è per la città di Catania il giorno della festa, la solennità nella quale si rende omaggio alla fede, la coerenza ed il coraggio della santa patrona, le cui virtù continuano, ancora oggi, ad ispirare la devozione e l’affetto di migliaia di “cittadini”.

Mercoledì prossimo, già dalle prime ore del mattino, ci si potrà preparare spiritualmente all’incontro con la Santuzza prendendo parte alle Sante Messe celebrate nell’incantevole Badia di Sant’Agata, preludio del Solenne Pontificale, presieduto in Cattedrale dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, al quale, come di consueto, parteciperanno tutti i Vescovi di Sicilia, i sacerdoti della diocesi di Catania, il clero ed i seminaristi, insieme ai rappresentanti delle istituzioni politiche, civili e militari. Precederà la cerimonia il tradizionale corteo liturgico dei religiosi dal Palazzo Arcivescovile fino al Duomo.

Nel tardo pomeriggio, a conclusione della Messa delle ore 16.00, il fercolo varcherà nuovamente le porte della Basilica per accompagnare Sant’Agata nella sua seconda passeggiata in mezzo ai suoi concittadini, il “giro interno” tra le vie principali del centro storico, il “salotto” della città.

La processione procederà lentamente per via Etnea, attraversando piazza Università, mentre l’arcivescovo, monsignor Salvatore Gristina, e il cardinale Bagnasco guideranno le preghiere dei fedeli fino a piazza Stesicoro. Proseguendo in direzione nord, la “vara”, annunciata dalle undici candelore, una volta giunta davanti alla Villa Bellini, imboccherà via Caronda per dirigersi verso piazza Cavour. Sarà già notte inoltrata quando andrà in scena, dopo un anno di pausa, il tanto atteso spettacolo pirotecnico che illuminerà a giorno il cielo sopra l’antico quartiere del “Borgo”.

Inizierà, quindi, la discesa lungo la via Etnea fino ai “Quattro Canti”, dove alle prime ore del mattino, condizioni meteorologiche permettendo, i devoti si cimenteranno nella coinvolgente corsa sulla ripida e stretta via di Sangiuliano. Si tratta di un momento particolarmente sentito, tanto che secondo il folclore popolare il suo esito positivo o negativo costituirebbe un segno di buono o cattivo auspicio per l’annata a venire.

Dopo le grida di trepidazione per la “salita di Sangiuliano”, quando il corteo transiterà per via Crociferi, in pochi attimi calerà il silenzio per lasciare spazio al suggestivo canto delle monache di clausura di San Benedetto. Da qui il fercolo, passando davanti al monumento in onore del cardinale Dusmet in piazza San Francesco D’Assisi, da via della Lettera muoverà per via Garibaldi, ultima tappa dell’itinerario, che si concluderà con la corsa in Cattedrale.

Sarà già mattina quando, dopo le celebrazioni di benedizione e ringraziamento, Sant’Agata tornerà a riposare nella sua “Cammaredda” tra la commozione, la preghiera, le invocazioni, le lacrime dei devoti, ansiosi di poter presto rincontrare l’amata Patrona.


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