Il nuovo anno ci ha già portato nuove tasse. In virtù di un maxi emendamento alla Legge di Stabilità per il 2014 è entrata in vigore dall’1 gennaio l’Imposta Unica Comunale. Si tratta di una service tax, che incamera tre differenti tributi:una parte patrimoniale, corrispondente all’Imu, una parte relativa ai servizi indivisibili, la Tasi, una parte relativa allo smaltimento dei rifiuti, la Tari corrispondente alla vecchia Tares.
La Iuc viene pagata per le seconde case e per gli immobili aventi destinazione d’uso diversa da quella residenziale, come uffici e negozi.
“I nuovi balzelli che caratterizzeranno il 2014 rischiano di assestare il colpo di grazia definitivo alle piccole e medie imprese del Mezzogiorno, Sicilia in testa: i sacrifici richiesti ai commercianti si tradurranno infatti in un aumento della pressione fiscale pari al 30%”: ad esprimere preoccupazione è il presidente regionale della Confederazione italiana degli Esercenti Commercianti, Salvatore Bivona, che, in una nota, cita i dati emersi da un recente studio condotto dall’Osservatorio economico interno all’associazione di categoria, sottolineando “gli effetti certamente devastanti conseguenti all’esordio clamoroso della nuova IUC sugli immobili cosiddetti strumentali, utilizzati per lo svolgimento delle attività economiche”.
Nello specifico, la Cidec denuncia “l’ennesima misura iniqua riguardante i costi dell’energia, poiché mai si tiene conto del fatto che un commerciante, al di là degli introiti , paga comunque per la conduzione del proprio esercizio il consumo dell’elettricità e che quest’ultimo raramente procede di pari passo rispetto ai profitti ottenuti”.
“Chiediamo ancora una volta al governo Crocetta – conclude Bivona – di sostenere la ripresa delle pmi partendo da un processo di defiscalizzazione e rimodulazione progressiva del sistema delle tasse, affinchè gli esercenti non siano più penalizzati da sacrifici insostenibili”.