E venne il giorno in cui i portaborse dei deputati siciliani divennero (inquadrati come) “colf”. Perché, per aggirare i vincoli della legge sulla spending review approvata lo scorso dicembre, alcuni deputati regionali hanno inquadrato i propri collaboratori con contratti da collaboratori domestici.
Così, dopo le polemiche sull’assunzione di nuovi precari regionali e la nascita di gruppi “tematici” con finanziamenti annessi, all’Ars spuntano anche le insolite assunzioni dell’ultima ora, come riporta il Giornale di Sicilia: se dalla prossima legislatura il budget a disposizione per i collaboratori amministrativi è stato ridotto a 60mila euro, una norma prevede infatti un regime transitorio fino al 2017 per i contratti vigenti al 31 dicembre 2013. Da qui, la corsa alle nuove assunzioni per evitare di perdere 3.180 euro destinati alla propria segreteria, con la conseguente garanzia del contributo per i successivi tre anni a patto della regolarizzazione dei contratti.
L’escamotage dei contratti da domestici nasce per aggirare un problema di titolarità, come spiega il deputato Udc e avvocato Alice Anselmo, che ha messo sotto contratto due persone: “Solo le imprese e gli enti possono assumere ma il contratto delle colf è l’unico che prevede la tipologia utilizzabile da una persona fisica, qual è un deputato: si tratta genericamente di servizi alla persona e all’interno del contratto da colf è prevista anche una categoria di servizi amministrativi. Per questo motivo io e molti altri colleghi abbiamo scelto questa soluzione”.
Oltre alla parlamentare Udc, numerosi colleghi d’aula si sono serviti degli insoliti contratti, compresi grillini ed ex come il vice presidente Ars Antonio Venturino che al giornale ha spiegato di aver così assunto tre giovani collaboratori revocando la precedente rinuncia ai 3.180 euro di segreteria. Ma in relazione alla scelta grillina di riavere i fondi ai quali prima avevano detto “no”, il presidente dei 5Stelle all’Ars Giancarlo Cancelleri ha precisato che si tratta di soldi destinati a “pagare una ventina di contratti, per lo più a giovani avvocati, con cui prepariamo le nostre leggi”.