Per chi appena ieri avesse avuto dubbi che l’obiettivo vero di Matteo Renzi, mediatico segretario nazionale del Pd, non fosse quello di mandare a casa il governo di Enrico Letta e le sue larghe intese, oggi non avrà più alcuna perplessità. Tocca ad un renziano siciliano, il componente della segreteria nazionale che si occupa di Welfare e immigrazione, Davide Faraone cancellare ogni riserva.
Oggi Faraone manda un messaggio forte e chiaro agli alleati di Nuovo centrodestra: sulle unioni civili e sul superamento della legge Bossi-Fini “si gioca il grado di civiltà di un Paese e questo governo ha senso solo se fa le cose. Alfano può mettere tutti i paletti che vuole ma deve rendersi conto che c’è una coalizione di governo che è cambiata, con nuovi rapporti di forza che vanno rispettati. Comunque cerchiamo un consenso più ampio possibile e speriamo che anche il M5S possa trovarsi d’accordo con le nostre proposte”.
Faraone spinge l’ago della battaglia politica sempre più avanti, come d’altronde aveva fatto lo stesso Renzi nel suo discorso subito dopo la vittoria alle primarie. Un discorso in cui rassicurava formalmente sulla sua volontà di far procedere il governo Letta ma dettava punti salienti di un programma di governo rinnovato. E le unioni civili insieme alla modifica della legge Bossi-Fini erano fra questi. Proposte irricevibili da quella parte di moderati e liberali di destra che compongono la coalizione allargata che regge il governo. Ieri la nuova spallata: con la lettera ai segretari di partito in cui Renzi indica tre possibili riforme del Porcellum, ancora una volta il segretario fiorentino del Pd mostra i muscoli. E manda ai suoi competitori, alleati e avversari, un messaggio diretto: il gioco lo conduco io e sono pronto a prendermi sia il merito della vittoria che quello di dimostrare che la riforma elettorale non vogliono farla i partiti, nessuno escluso.
Renzi d’altronde, fra i segretari dei gruppi presenti in Parlamento è l’unico che siede fuori dalle stanze dorate del Transatlantico e di palazzo Madama. Luoghi che neppure intende frequentare da parlamentare. Il suo obiettivo, la sua “ambizione” mai nascosta, è quella di reggere le sorti del Paese e con l’approvazione di una nuova legge elettorale, portando il testo in aula entro febbraio, si farebbe in tempo a segnare la fine della legislatura in coincidenza con i voto per le europee portando alla guida del semestre italiano a Bruxelles un nuovo capo dell’esecutivo che “governi senza inciuci”, ha detto fino a ieri. E che magari abbia la ‘c’ aspirata e qualche neo di troppo in viso. Che sia lui insomma.
Ma per lanciare segnali poco rassicuranti all’indirizzo degli alleati di Letta e dello stesso premier, Renzi lascia il boccino nelle mani dei suoi sodali. Così Faraone mette a segno la sua bordata: la Bossi-Fini – dice – “è una legge irriformabile. Ci sono due punti che riteniamo particolarmente gravi: il primo è il reato di clandestinità, che va abrogato. Il secondo riguarda invece i tempi di permanenza massima nei Cie: oggi arrivano fino a 18 mesi, vanno ridotti fino a un massimo di due”. Sulle unioni civili, ”il modello tedesco è quello a cui stiamo pensando per le coppie gay, ma anche in questo caso – sottolinea Faraone – andiamo oltre: servono interventi in aiuto a tutte le famiglie attraverso agevolazioni fiscali, tagli alle tasse sulla casa e sull’immondizia, agevolazioni per chi ha figli e contributi figurativi per le casalinghe”.
Proposte che il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano ha subito respinto al mittente: “Non si può pensare alle unioni civili senza pensare prima alle famiglie” ha detto al Tg2 mentre sulla modifica della Bossi-Fini ha tagliato corto: “Con la sicurezza degli italiani non si scherza”.
Temi del patto di coalizione che propone Renzi che nemmeno dall’Udc o Popolari per l’Italia di Pierferdinando Casini (partito peraltro non ancora nato se non in Parlamento e senza una guida nazionale per la quale si vocifera con insistenza il nome del ministro Gianpiero D’Alia) possono essere accettati se non come una purga. La strada, insomma, è tracciata almeno nei disegni di Renzi: legge elettorale e voto. E se non sarà legge elettorale per il mancato accordo fra i partiti a cui potrà vantarsi di aver proposto ben tre soluzioni alternative, ancora un lungo-lento anno di logoramento mediatico in cui lui, il sindaco di Firenze e segretario nazionale del Pd, potrà puntare il dito in un “uno contro tutti” che rischia di fargli vincere la sfida dello share.
Intanto Faraone risponde ad Alfano dal suo profilo twitter: “@angealfa dice: “prima famiglie poi unioni civili”. Noi ci occuperemo di entrambe lui in parlamento dal 2008 sui temi non proprio un fulmine”
edd