Il Coordinamento regionale universitario della Sicilia esprime la propria preoccupazione per i programmati tagli alle già insufficienti risorse del bilancio della Regione Siciliana, destinate all’istruzione universitaria. Lo si legge in una nota diffusa dal rettore di Catania, Giacomo Pignataro nella sua veste di presidente del Crus.
Nel comunicato il Coordinamento regionale universitario ribadisce che “non si può tacere che ulteriori tagli, in aggiunta a quelli del trasferimento statale alle Università, già particolarmente gravi per gli atenei siciliani, finiranno per incidere negativamente sull’estensione dell’offerta formativa universitaria, con la conseguenza inevitabile di una riduzione delle opportunità di accesso all’alta formazione per molti giovani siciliani”.
Secondo il Crus “in assenza di un tale sostegno, il nostro sistema universitario perderà posizioni competitive rispetto agli altri Atenei del Paese”, così i rettori chiedono un incontro con il Presidente della Regione, che consenta di discutere le priorità del sistema della formazione universitaria e della ricerca, anche con riferimento alla programmazione delle risorse comunitarie, sia quelle residue disponibili della precedente tornata sia quelle relative alla successiva.
Nell’immediato, in vista dell’approvazione della finanziaria e del bilancio della Regione, il Coordinamento regionale universitario della Sicilia, esprimendo il proprio apprezzamento per le proposte, avanzate da alcune forze politiche siciliane (tra le altre, i Democratici riformisti e il Nuovo centro destra), di un cospicuo finanziamento per le Università dell’Isola, fa appello a tutte le forze politiche affinché si consideri anche l’ulteriore necessità di garantire adeguate risorse finanziarie per il finanziamento dei contratti delle Scuole di specializzazione medica, per il prossimo anno e per ripianare i debiti pregressi.
“In assenza di tali risorse, anche a causa della già dichiarata riduzione della copertura statale,- conclude la nota – si realizzerà non soltanto un grave nocumento alla possibilità che i neolaureati di Medicina possano proseguire nella loro formazione specialistica, ma le Università non saranno in grado di garantire i pagamenti ai propri specializzandi, a causa delle limitate disponibilità di cassa”.