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Un immaginario “senatore” per guardare nei meandri del potere

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La storia che non ti aspetti, che attraverso la vicenda personale di una ragazza fragile racconta il mondo del potere visto con gli occhi di chi, pur stando all’interno di quel mondo, non riesce ad accettarlo.

E’ “il senatore” romanzo di Valentina Cucinella,  con prefazione di Vauro Senesi che è stato presentato a Palermo a Palazzo delle Aquile da Salvatore Orlando, presidente del Consiglio Comunale, Francesco Giambrone, assessore alla Cultura, e Tano Gullo, giornalista di Repubblica.

Sofia, la protagonista, è una donna fragile, ha paura di vivere, ma vorrebbe essere diversa, prendere il mondo tra le mani, capire cosa si prova a salire sul carro dei vincitori. Non è priva di energie, ma le reprime a suo danno per timore di salire sul treno in corsa ed esserne sbalzata fuori. Grazie a un inatteso amico di penna, Marco, giovane idealista che si nasconde dietro misteriose lettere, qualcosa si muove. Il costante scambio di lettere la mette in guardia contro il rischio esistenziale corso, quello di atrofizzare qualsiasi stimolo in attesa del tanto sospirato momento perfetto. Capisce che l’eccessivo rimuginare sulla giusta strada da percorrere moltiplica i dubbi, ma tarda a tirare le somme. Quando perde il lavoro, unica certezza, si accorge di non avere più nulla. Il treno è partito lasciandola sul piazzale vuoto della stazione. Il fallimento è totale. E per la prima volta guarda dentro se stessa.

Decisivo è l’incontro con il Senatore Lombardi. Sofia e il Senatore vivono su due sponde diverse. Lei è votata all’invisibilità, l’altro è competitivo. Sofia è affascinata dal carisma che rende tutto facile, ne vorrebbe carpire il segreto, uscire dalla prigione che si è costruita. Viene coinvolta nella campagna elettorale del politico. Entra nella sua squadra in qualità di speech writer. Ha inizio la perlustrazione di un terreno sconosciuto.

Da qualunque parte si guardi, emerge il ritratto di una società in sfacelo. Impossibile fissare una verità assoluta. Ci sono i forti e i deboli, ma un universo di soli forti o di soli deboli è inconcepibile. Un politico ha a che fare sia con i (poteri) forti sia con i deboli, allo scopo di conquistare una terra di nessuno dove ciascuno di noi può coltivare il proprio campo. E se il Senatore è giunto a patti con l’altro sé, Sofia deve fare altrettanto.

Un romanzo sul coraggio di ricominciare, ma anche un inno alla speranza dedicato a chi è stanco di sentirsi sbagliato perché fragile. Una storia, come dice Vauro Senesi nella sua prefazione, “narrata dal di dentro. A momenti intensa, a momenti ingenua, ma con tutta la leggerezza magica e autentica del suo viverla” e che invita a rimettersi in cammino. Perché tutti noi cresciamo con ferite. Rialzarsi e strapparsi di dosso le spine che ci trafiggono non è facile, ma non è una scusa per non vivere.

Un libro che affronta da un punto di vista nuovo il grande tema del potere e della sua autoconservazione in un tempo in cui cresce la fronda contro un certo modo di gestire proprio il potere.


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