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Infrastrutture, Cgil: “Sicilia al palo, serve piano regionale trasporti”

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Trasporto ferroviario, su gomma, aereo e banda larga. Sulle infrastrutture materiali e immateriali la Sicilia è rimasta indietro. Un ritardo a cui la Cgil ha dedicato un dibattito tenutosi oggi alla Facoltà di Ingegneria di Palermo, al quale hanno partecipato anche il presidente dell’Enac, Vito Riggio, e quello delle Rfi, Dario Lo Bosco.

Il sindacato ha ribadito la disponibilità ad un confronto con la Regione siciliana per arrivare al più presto ad un piano regionale dei trasporti che accorpi le gestioni dei servizi sotto un’unica cabina di regia.

Il confronto bilaterale con Confindustria sullo sviluppo – ha commenta Ferruccio Donato, della segreteria regionale Cgil- si è rivelato un fallimento. Ora bisogna aprire un confronto con tutte le parti sociali per definire le priorità, prevedere tempi certi per gli investimenti, individuare corsie preferenziali per accelerare la spesa per investimenti in modo da rilanciare sia le infrastrutture materiali che quelle immateriali”.

Occorre completare e rivitalizzare i programmi di investimento, abbandonati da 20 anni – ha detto Franco Spanò, segretario della Filt Sicilia- per la costruzione e il completamento di infrastrutture del trasporto e delle reti. Per quello che riguarda i servizi scontiamo un’organizzazione frammentata con grandi sprechi e poca qualità e questo in tutti i segmenti del trasporto, da quello via terra a quello aereo a quello marittimo”.

Secondo la Filt “il superamento della frammentazione consentirebbe di superare la crisi, a partire da quella del trasporto pubblico locale”. Per quanto riguarda le infrastrutture immateriali, per Marcello Cardella, segretario generale della Slc “ci sono settori dove l’intervento della Regione è importante. La Telecom – ha sostenuto Cardella – sta ad esempio facendo a Palermo la banda ultra larga, ma non è certo interessata a farlo nelle piccole città. A questo punto potrebbe intervenire la Regione”.

Il sindacato ha proposto poi l’istituzione di un tavolo sull’agenda digitale e l’innovazione tecnologica affinché la Sicilia possa più agevolmente collegarsi al resto del mondo ed ai mercati internazionali.

Alcuni interventi per il superamento del digital divide sono in corso, da quello a valere sul piano di sviluppo rurale 2017/2013 per un costo di 23 milioni. Si aggiungono 140 milioni fino al 2020 derivanti da un piano congiunto Regione- Mise. “Non è poco- ha osserva Cardella – ma non è neanche tanto considerando su quanti settori questa innovazione puo’ influire positivamente, dalla pubblica amministrazione alla competitività delle imprese”.

“La creazione di un soggetto unico che si interfacci con L’Agenzia per l’Italia digitale- ha specificato Donato- è un passaggio fondamentale anche per intercettare i fondi della programmazione europea 2014- 2020. Così come – ha aggiunto- il Governo deve subito aprire il confronto con tutti i soggetti interessati per rimuovere gli ostacoli e qualificare il trasporto pubblico locale”.


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