La grana da disinnescare era quella dei 20 mila precari della pubblica amministrazione i cui contratti sono in scadenza il prossimo 31 dicembre. In presenza, anche di un confronto-scontro col governo nazionale che sembrava far presagire il peggio. Il ddl è arrivato impegnando somme, spiegano dalla presidenza della Regione, che sono a totale carico delle casse siciliane per un impegno di 900 milioni di euro in tre anni. “Frutto – si legge nella nota della Regione – del risparmio effettuato nell’anno in corso e previsto nel prossimo anno nella lotta contro gli sprechi e il malaffare. Oltre alle pubbliche amministrazioni è prevista la forma dell’auto impiego e anche l’impiego, su richiesta del precario, in aziende private. Viene istituito un albo unico regionale, fatto di fasce diverse, fascia A e B, C e D e lavoratori Asu”.
Ma la giunta regionale, nel corso della riunione di oggi si è occupata anche di reddito minimo di inserimento ed ex Pip prevedendo la predisposizione di due ddl separati per reddito minimo di inserimento ed ex Pip, per i quali sono già disponibili delle risorse per la continuazione dei progetti. Ma la novità è il disegno di legge sull’impignorabilità della prima casa e dei mezzi di lavoro che “risponde alla necessità di affrontare la grave crisi economica che travolge le famiglie e gli operatori economici”.