Una mozione all’Ars firmata da 40 deputati con in testa Totò Cordaro per chiedere al presidente Giovanni Ardizzone di ripristinare il servizio di call-center al Parlamento siciliano e salvare i posti di lavoro di 13 centralinisti e i due tecnici di “Mediterranea comunicazione”, la società che per anni ha gestito il funzionamento del centralino, sono stati licenziati il 30 giugno, alla scadenza del contratto, non più rinnovato. Adesso per contattare gli uffici del Parlamento siciliano c’è una rubrica sul sito internet: www.ars.sicilia.it.
L’ufficio di presidenza ha chiuso però la porta a ogni possibilità di proroga. Infatti il servizio era stato già prolungato al 30 giugno. “Dal 1 luglio il servizio è a costo zero”.
A marzo il collegio dei questori di palazzo dei Normanni riuniti dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone aveva deciso il taglio. “Per contenere la spesa – spiegano i questori – si valuterà l’ipotesi di avvalersi di professionalità attualmente in forza all’amministrazione regionale”.
“E’ assurdo ed inaccettabile che l’Ars pensi di risparmiare sulla pelle dei lavoratori”, dichiara il deputato dell’Udc, Totò Lentini, intervenendo nel corso del dibattito d’Aula odierno sul tema della chiusura del centralino dell’Assemblea .“A fronte di un impegno pubblicamente affermato e condiviso da governo e dai parlamentari tutti di non abbandonare nessun lavoratore precario, incredibilmente, l’Assemblea ha ritenuto di chiudere un servizio utile ed importante per i parlamentari ed i cittadini, lasciando ad un destino di disperazione 14 giovani operatori qualificati. E’ un pessimo segnale – continua Lentini – che danneggia la politica e le istituzioni: anziché difendere il lavoro, l’Assemblea licenzia in nome di un poco credibile inseguimento di un risparmio che può e deve essere diversamente conseguito. E’ doveroso – conclude Lentini – individuare immediatamente una soluzione che, sempre con un consistente risparmio, consenta di salvaguardare l’occupazione: penso ad esempio all’utilizzo in convenzione del servizio con l’amministrazione regionale, utilizzando le economie disperse nei Bilanci di Regione ed Ars”.