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30 anni fa l’omicidio di Lia Pipitone Nasce rete antiviolenza in Sicilia

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Una rete di nove centri contro la violenza sulle donne sarà inaugurata ad ottobre in diverse citta’ siciliane per iniziativa dell’associazione Millecolori onlus, titolare già di una struttura nel capoluogo palermitano, un centro a sostegno delle donne intitolato a Lia Pipitone, la figlia di Antonio, boss dell’Acquasanta, uccisa il 23 settembre 1983 per essersi ribellata al padre e a Cosa nostra. I centri nasceranno a Siracusa, Caltagirone, Erice, Caltanissetta, Monreale, Siracusa, Enna, Messina e Ragusa dove operatori raccoglieranno le richieste di aiuto delle donne vittime di soprusi.

L’esigenza di dare vita a questi centri, tutti intitolati a Lia, nelle città siciliane dove non esistono ancora punti di riferimento per dare supporto alle donne violentate o minacciate, nasce dal fatto che non esiste ancora un dato preciso che permetta al legislatore di conoscere e quantificare questi episodi di violenza al femminile”, ha affermato Adriana Argento, responsabile del centro palermitano che insieme ad Antonio Ferrante, presidente del comitato scientifico della rete e al vice presidente della commissione Antimafia dell’Ars Fabrizio Ferrandelli (Pd) ha presentato il progetto.

I centri garantiranno supporto psicologico e fisico, collegamento con il territorio, reinserimento nel lavoro. “Questa rete nasce indipendentemente dal sostegno dell’assistenza pubblica – ha affermato Ferrandelli – è un impegno esaltante, fatto di associazionismo e volontariato, fatto di solidarietà e coscienza sociale. Faro’ di tutto affinche’ questa battaglia non sia politica, ma trovi cittadinanza anche all’interno delle istituzioni”.

Una realtà che deve fare i conti anche con una carenza di ascolto e di mancanza di strumenti delle forze dell’ordine, più volte segnalate dai cittadini e che hanno portato a diversi femminicidi nel capoluogo siciliano. “Mi auguro che ciò non esista, che non ci sia insensibilità -ha aggiunto Ferrandelli- le questure e i pronto soccorso sono i primi luoghi dove si deve prestare la massima attenzione a questa emergenza”.


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